Reinserimento lavorativo dopo GCA: La valenza orientativa e formativa del tirocinio in azienda.
Nel processo di riavvicinamento al lavoro dopo una lesione cerebrale, l’esperienza del tirocinio, così come le attività formative di laboratorio, ha una doppia valenza: mettere alla prova le abilità tecnico-procedurali sviluppate nei percorsi di reinserimento sociale e valutare che le competenze relazionali siano coerenti con l’ambiente di lavoro accogliente.
Il tirocinio lavorativo contribuisce, inoltre, a sviluppare la dimensione percettivo-motoria, la dimensione cognitiva, la dimensione relazionale attraverso azioni strutturate in situazioni lavorative reali, siano esse volte alla produzione di beni o di servizi.
Per i casi di CGA medio–grave, il tirocinio professionale deve essere ipotizzato all’interno del percorso di reinserimento sociale e riabilitazione ecologia e programmato in funzione dei risultati dell’osservazione delle effettive capacità tecnico-lavorative e delle competenze relazionali.
La tappa precedente all’inserimento in azienda deve consentire l’osservazione di svolgimento delle azioni lavorative in laboratorio o in situazioni protette, relativamente agli ambiti e ai livelli autonomia socio-ambientale e produttiva.
Per questa ragione l’ipotesi di percorso di inserimento lavorativo, deve essere condivisa dall’equipe, dalla persona e dalla famiglia, prevedendo preventivamente tempi e modalità di verifica del percorso ipotizzato.
Nell’esperienza del tirocinio, devono venir costantemente monitorati i requisiti fondamentali per il mantenimento del posto di lavoro:
– La produttività e gli aspetti qualitativi
– La capacità di relazionarsi correttamente con l’ambiente lavorativo.
Rispetto a “produzione e qualità” occorre procedere preventivamente ad una analisi del processo di lavoro per individuare le specifiche fasi di azioni professionali che possono essere svolte dal tirocinante, proprio sulla base delle effettive competenze “trasversali” possedute; competenze che l’esperienza del tirocinio, se compiuta in alternanza con l’attività formativa di laboratorio o successivamente ad essa, può consentire appunto di ulteriormente consolidare e sviluppare.
Le “capacità relazionali”, devono tener conto degli aspetti di coerenza con l’ambiente lavorativo, ma anche dei riconoscimenti dei ruoli, della corretta richiesta d’aiuto, delle regole generali di un rapporto lavorativo.
L’analisi del contesto lavorativo e delle fasi di azioni professionali, deve anche consentire di formulare un piano di intervento nel quale sia possibile distinguere le azioni professionali che possono essere svolte autonomamente dall’allievo, da quelle che invece richiedono un periodo di affiancamento da parte di un tutor aziendale o di un tutor esterno.
Il supporto costante e qualificato evita costi o disagi organizzativi, conseguenti a eventuali errori compiuti dall’allievo durante lo svolgimento delle azioni professionali.
E’ quindi di fondamentale importanza che, nella definizione dell’ipotesi di reinserimento sociale, il periodo del tirocinio venga previsto tenendo in debita considerazione i tempi necessari per la strutturazione delle condizioni indispensabili alla sua efficiente ed efficace attuazione.
Per ulteriori informazioni visitare il sito internet:
https://www.traumacranico.net/riabilitazione-2/servizi-bergamo/reinserimenti-lavorativi/