Quanto l’inclusione sociale di una persona con cerebrolesione acquisita è in relazione con il concetto di “appartenenza”.
Tra i concetti portanti nei percorsi di riabilitazione e di reinserimento sociale dopo una lesione cerebrale, riveste una particolare importanza il tema dell’”appartenenza”.
La presenza in famiglia e più in generale in un nucleo sociale, di una persona in situazione di handicap acquisito, può rompere gli quilibri sociali e, in particolare, qualcosa che chiamiamo “appartenenza”. «Facevo parte di una realtà sociale, di un gruppo di amici, di na squadra di lavoro. Poi, dopo l’incidente, ho perso i contatti, non li ho più visti». Non è “solo” perdere le relazioni sociali, è un “non sentirsi più parte di qualcosa”. Questo vale per le persone e per il loro nucleo familiare.
Solo affrontando il tema dell’appartenenza come parte integrante del percorso di riabilitazione sociale, è possibile affrontare con uccesso un percorso di reinserimento in società di una persona con cerebrolesione acquisita.
Lavorando su due strade parallele: il contatto con altre persone, altre famiglie che vivono la situazione di handicap, per realizzare una nuova e diversa “appartenenza” e, contestualmente, rivendicare con forza il diritto di interagire con istituzioni e società come persone alla pari.
Quindi da una parte nuove forme di aggregazione per le famiglie e le persone, nuovi ambiti nuovi interessi comuni e dall’altra una visione inclusiva che permetta qualche miglioramento nella qualità della vita sociale.
Contesti comuni dove la diversità sia accettata e, magari, benvenuta, dove si possa lavorare, muoversi, interagire propri modi e con i propri tempi.
Il concetto di “appartenenza” si allarga al concetto di inclusione sociale.
Per maggiori informazioni visitare il sito: https://www.traumacranico.net/gruppo-auto-aiuto/