Ictus in Italia: aiuto e riabilitazione per un milione di persone
Andrea Vianello, presidente di Alice, insiste sull’importanza della continuità assistenziale e riabilitativa.
Ictus in Italia: aiuto e riabilitazione per un milione di persone
Per Andrea Vianello, presidente di A.L.I.ce., Italia, associazione per la lotta all’ictus, il tema della riabilitazione è cruciale: si sta cercando di creare una mappa dei centri in Italia che possono aiutare chi, dopo l’evento encefalico, dopo l’ictus, dopo il periodo dell’ospedale torna a casa.
Accade molto spesso che il paziente rimane solo, anche la è famiglia è sola non riesce ad avere le informazioni necessarie ad un buon percorso di riabilitazione. E’ molto importante quindi tracciare un sentiero che permetta a chi ha avuto il danno che possa essere motorio o cognitivo un percorso di riabilitazione. Da anni si discute sull’importanza della prevenzione dell’ictus: l’importanza di gestirlo nel momento in cui succede. Oggi ci sono nuove cure molto efficaci per la prevenzione ma non si parla mai abbastanza del post-ictus: un milione di persone in Italia hanno avuto l’ictus sono persone che hanno ancora bisogno, forse avranno bisogno per sempre di un aiuto riabilitativo che può essere messo in atto permettendo un miglioramento della qualità della vita.
Ictus in Italia: aiuto e riabilitazione per un milione di persone.
E’ importante riconoscere i primi segni dell’evento ischemico per prevenire esiti maggiori e invalidanti
Non vi è patologia più tempo-dipendente dell’ictus cerebrale, che sia ischemico o emorragico.Prima si interviene con la trombolisi o la trombectomia e migliori saranno gli esiti. E prima si riconoscono i segni della malattia, più si riduce il danno neurologico. Come riconoscere un attacco? Bocca storta, difficoltà a parlare e comprendere, perdita di equilibrio, riduzione o perdita di forza degli arti di una metà del corpo, alterazione della vista sono tutti sintomi altamente evocativi di un ictus in corso. In tal caso occorre chiamare subito il 118 che porterà il paziente nelle Unità Neurovascolari, centri attrezzati provvisti di équipe specializzate.
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